Scienza & Ambiente

Nasa insieme all’Asi nello spazio a caccia delle supernove

Ginevra Di Lascio |

Partito il 9/12/2021 l’Ixpe che lavorerà per due anni analizzando la polarizzazione dei raggi X nell’universo per comprendere i buchi neri

                                                   

 

 

  • Ha le dimensioni di un frigorifero casalingo, ma costa ben di più: 214 milioni di dollari, è della Nasa, ma la nostra Agenzia spaziale ha finanziato la strumentazione che porta a bordo. È partito alle 7 ora italiana il 9 dicembre 2021 e dopo 40 minuti dal decollo ha mandato i primi segnali di telemetria, vale a dire i numeri che dicono dov’è, che cosa sta facendo e se l’orbita in cui è stato inserito è quella prevista.

 

  • Stiamo parlando di Ixpe, acronimo di Imaging X-ray Polarimetry EXplorer, che ha come carico scientifico tre strumenti in cui la tecnologia italiana ha dato un contributo fondamentale con l’esperienza e capacità dei due istituti di fisica nazionali: Infn, fisica nucleare, e Inaf, astrofisica.

 

  •   Incomincerà a lavorare da gennaio 2022, analizzando la polarizzazione dei raggi X che ci provengono dai corpi celesti, soprattutto quelli in cui avvengono fenomeni estremamente energetici, e quindi violenti, soprattutto, ma non solo, stelle che esplodono come supernove, buchi neri che inglobano violentemente altri corpi celesti che riescono ad attrarre e stelle di neutroni, incredibili oggetti della dimensione di una ventina di chilometri ma con una massa di una volta e mezza quella della Sole.

 

  •  L’universo è pieno di questi oggetti, che sono importantissimi per capire l’evoluzione delle stelle, ma per fortuna noi siamo in una zona tranquilla e periferica della Galassia, dove non abbiamo problemi particolari. Ixpe lavorerà per almeno due anni, ma probabilmente, come in altri casi, supererà questo limite.

 

  • La Fisica italiana segna così un altro punto a suo favore: d’altronde ha una tradizione nella ricerca dei raggi X che vengono dallo spazio iniziata molti anni fa da Riccardo Giacconi, premio Nobel nel 2002, quando si spostò, partendo da Milano, negli Stati Uniti, nazione di cui divenne cittadino a tutti gli effetti. Fu lui infatti a portare nella nazione in cui tutto è possibile, nel bene e nel male, l’idea che era stata sviluppata a Milano assieme a Bruno Rossi, uno dei nostri grandi fisici del secolo scorso, e sviluppare il primo satellite per lo studio dei raggi X, in cui all’epoca ben pochi credevano.

 

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