In un lontano paese dell’Asia
ai confini del mondo, viveva una ragazza di nome Erina. La sua bellezza era tale che tutti gli uomini della terra e gli dei dell’olimpo ne erano incantati.
La ragazza aveva dei soffici capelli dorati, gli occhi del colore del mare, la carnagione liscia e luminosa. Indossava abiti sontuosi, decorati con gemme preziose. Era buona e altruista e tutti le volevano molto bene.
Con il passare del tempo
però, finì con il trascorrere le sue giornate allo specchio ammirando la sua bellezza.
“Sono sicura che al mondo e sull’Olimpo non esista nessuna creatura bella quanto me, non ho rivali!”, ripeteva Erina ogni giorno.
Da fanciulla buona e gentile divenne antipatica e presuntuosa.
Era, Afrodite e Atena
decisero di intervenire per punirla.
“La bellezza si trasformerà in bruttezza in un soffio di brezza”, recitavano in coro le dee.
In un batter d’occhio, Erina si trasformò in un mostro orribile e spaventoso: aveva dei serpenti al posto dei capelli, gli occhi color sangue e una pelle ruvida e rugosa. Indossava abiti rovinati e un mantello nero, insanguinato.
Da quel giorno in Asia
Erina seminava terrore in qualunque posto andasse.
Il nome di Erina divenne il nome delle Furie, anche dette Erinni.
Margherita Tacconelli ( I B Media)
Michelangelo Buonarroti, “la Furia“, Disegno (1475-1564), Galleria degli Uffizi, Firenze.