Scienza & Ambiente

il processo di adattamento durante la Quarantena

Orlando Avogadro III B |

“Il lontano Aprile 2020. Fuori era il caos, una pioggia di meteoriti fiammeggianti bombardava costantemente la Terra, e per le strade di ogni città regnavano morte e desolazione. Corpi morti in decomposizione ricoprivano le strade, le grandi aziende stavano fallendo, i governi erano già collassati da tanto, e tutto a causa di una malattia crudele, capace di distruggere i polmoni e uccidere in pochi secondi. L’unico posto che questo orribile virus non aveva ancora catturato erano le case, dove combattevamo fino allo stremo, giorno e notte, perché l’umanità non si spegnesse definitivamente. Sì. C’è stato un punto in cui ci sembrò tutto perduto, tutto inutile, ma grazie alla guida ispiratrice dei nostri generali, i medici,  riuscimmo a contrattaccare e, durante l’assalto finale all’avamposto Spallanzani di Roma, la prima e la più importante roccaforte costruita dal virus qui in Italia, riuscimmo ad avere la meglio sul nemico e a condurre l’umanità verso un futuro migliore.”

O almeno, questo è quello che racconterò ai miei nipoti tra qualche decennio. Cavolo, la quarantena fa galoppare l’immaginazione. In verità, il virus non l’ha ancora sviluppata la capacità di uccidere istantaneamente (per ora), non ci sono meteoriti (per ora), i morti non sono ancora fortunatamente così tanti (non ce la gufiamo!), governi e aziende tirano avanti e, soprattutto, il mondo non l’abbiamo salvato stando fuori a combattere ma stando dentro a non fare niente. Eh sì. È così che salveremo il mondo, e sarà un evento memorabile, così importante che sarà inserito nei libri di storia. Io però sono certo che i libri di storia non racconteranno un aspetto importante della quarantena : quanto ci siamo (ci stiamo) annoiati (annoiando).

Non mi fraintendete, il processo di adattamento è diverso per tutti, e ci sta sicuramente gente che si diverte : c’è chi cucina manicaretti degni di Gordon Ramsay al primo colpo, chi produce dipinti da esposizione universale in venti minuti, chi compone opere in fa minore sulle gesta dei re bizantini nel tempo libero, ma la persona normale, l’uomo medio, tirando le somme, si sta annoiando. Io personalmente non mi sono adattato completamente alla quarantena : non cucino, non disegno, il massimo che posso fare è suonare, leggere, e guardare la TV. Mi manca la scuola, il contatto con le persone, il poter uscire senza paura di niente… Insomma, sotto certi punti di vista, non mi va troppo bene.

Sotto alcuni aspetti, però, il mio corpo e soprattutto la mia mente sono riusciti nell’adattarsi a questa brutta situazione. Innanzitutto, mi sono abituato alla nuova routine, molto più leggera del normale, anche se ancora ho delle opinioni abbastanza contrastanti su questa. In più, ho superato la fase in cui ero bombardato da pensieri negativi ogni 10 minuti, e di questo sono molto contento 🙂 .

Ma il cambiamento più grande è avvenuto nel mio cervello, che inaspettatamente ha cominciato a produrre spontaneamente idee e progetti per tenermi occupato. Ad esempio, ora sto lavorando a una bellissima iniziativa in due parti : doppiare una raccolta di racconti (esattamente come un come un audio-libro) e comporre una colonna sonora per accompagnarli. A essere onesti, vado abbastanza fiero di questo cambiamento, perché mi aiuta a distrarmi da quello che succede là fuori e fa volare le ore come fossero minuti.

Ripensandoci… forse racconterò questa versione ai miei nipoti!

Orlando Avogadro

( III B medie)