Economia & Politica

La Nuova Via Della Seta

Leonardo Gabrielli |

Cos’è la Nuova Via Della Seta?

Ultimamente uno degli argomenti più discussi riguardanti la geopolitica e l’economia è la Nuova Via della Seta. In cosa consiste esattamente? quali vantaggi e svantaggi comporterebbe per l’Italia.
Innanzitutto la Nuova Via della Seta è un’iniziativa strategica della Cina volta miglioramento dei suoi collegamenti commerciali con i paesi dell’Eurasia. Questo progetto consiste nello sviluppo delle infrastrutture di trasporto e logistica, e mira a promuoverne il suo ruolo della Cina nelle relazioni commerciali globali, favorendo i flussi di investimenti internazionali e gli sbocchi commerciali per le produzioni cinesi.

Questo piano si articola in due vie, la via della seta terrestre, che attraverserebbe tutta l’Asia Centrale e arriva dalla Cina fino alla Spagna, e la via della seta marittima che costeggerebbe tutta l’Asia Orientale e Meridionale, arrivando fino al Mar Mediterraneo attraverso il canale di Suez.

Qual’è il ruolo dell’Italia?

Perché si?

L’Italia giocherebbe un ruolo fondamentale, fornendo i 3 principali porti di arrivo per le merci cinesi in viaggio verso l’Europa, attraverso la via della seta marittima. In Italia, il governo cinese ha già stanziato 2,5 miliardi di dollari in investimenti per i porti di Venezia, Trieste e Genova. Aderire a questo progetto potrebbe rappresentare una grande opportunità per rilanciare gli investimenti nelle grandi opere in Italia e offrirebbe opportunità di lavoro a decine di migliaia di persone.

Alcuni sostengono che la Nuova Via della Seta possa ridare “centralità” all’economia italiana in ambito internazionale. Ovvero essendo la nostra economia indirizzata principalmente ai mercati dell’Europa e delle Americhe, (anche per via della NATO), la NVS metterebbe l’Italia in una posizione economicamente centrale, aprendo maggiormente ai mercati orientali.

Inoltre lungo la Nuova Via della Seta non passeranno solo merci, ma anche turisti. Infatti nel 2020 è previsto un’ aumento di circa un milione di turisti cinesi, provocando una crescita significativa del settore del turismo.

Perché no?

Uno dei più grandi timori riguardo questo progetto vengono dalla paura di non riuscire a risanare i debiti dei confronti della superpotenza cinese: infatti diversi paesi del sud est asiatico (tra cui Laos e Cambogia) sono ormai stati declassati a nuovi vassalli cinesi, ritrovandosi in una situazione di stallo non essendo in grado di ripagare il loro debito.

Molti sostengono anche che danneggerebbe l’economia italiana, ponendo in competizione sleale i prodotti italiani, di maggiore qualità e maggiore costo, con i prodotti cinesi, di qualità inferiore e con un costo ridottissimo a causa dello sfruttamento dei lavoratori cinesi.

Un’ ulteriore preoccupazione sono la possibilità della creazione di basi militari cinesi su suolo europeo ed italiano (la Cina ha già costruito diverse basi tra Asia, Medio Oriente ed Africa, la cui più importante e quella situata in Gibuti), creando frizione con le basi NATO già esistenti.

Tuttavia essere eccessivamente legati ad un’economia straniera profondamente diversa dalla nostra potrebbe provocare danni nel lungo termine, come accadde con i paesi europei durante la Grande Depressione.

In conclusione

Una cosa è certa: l’Europa dovrà muoversi in modo unanime e con decisione nei confronti di un progetto che molto probabilmente determinerà il futuro dell’ economia mondiale.