Racconti

Il compagno assassino

Gabriele Orsi |
Interviste - Voci di Corridoio

Tre amici trascorrono la notte di Halloween in un castello ad Ansedonia. Tutto sembra andare per il verso giusto, quando d’improvviso sbuca… un cadavere! E ben presto, l’aria di festa si trasforma in un incubo. Il racconto di Attilio, della I media A, ci trasporta in un mondo oscuro e terrificante, in cui non ci si può fidare di nessuno, nemmeno dei tuoi amici più cari!

Daria, Pietro e Giulio sono tre inseparabili amici che frequentano la 3° Media B al Sacro Cuore TDM, a Roma.

La vigilia di Halloween ricevono una strana lettera, con cui vengono invitati a trascorrere la notte successiva in un castello nella campagna toscana. I ragazzi accettano, elettrizzati all’idea di indossare i loro magnifici costumi in una simile dimora.

La mattina del 31 ottobre prendono il treno per Orbetello, dove una macchina – con un autista non molto esperto secondo l’attenta Daria – li attende per portarli ad Ansedonia, invitati dal conte Niccolò Ponti, attuale e misterioso proprietario del castello che domina il paese.

Arrivati, si sistemano ognuno nella propria stanza e indossano le loro maschere. Pietro, vestito da carcerato, è il primo a scendere nel grande salone al piano terra e si siede nella poltrona davanti al camino. Il secondo ad arrivare è Giulio, con il suo vestito da Dracula. Si avvicina alle spalle del suo amico, che per la paura fa un salto e atterra in piedi a pochi centimetri dal fuoco. “Mi hai fatto paura!”, urla a Giulio, che risponde: “E la festa deve ancora iniziare!”, tutto contento che qualcosa di spaventoso possa accadere quella notte.

Spazientiti dal ritardo di Daria, Pietro e Giulio decidono di salire al primo piano per chiamarla. Quando arrivano, trovano la porta aperta, la valigia ancora sul letto e il corpo dell’amica senza vita in bagno. E’ sdraiata a terra con il costume da strega indosso, il rossetto ancora nella mano destra e un pugnale conficcato nel petto.

I due corrono giù in cerca di aiuto, ma la macchina che li ha portati lì non c’è più e i cellulari non funzionano. A quel punto cercano di ricostruire l’identità del padrone di casa, trovano una foto in fondo a un cassetto nel salone e riconoscono un loro compagno di classe che aveva improvvisamente lasciato la scuola durante il primo anno di medie.

Era un tipo solitario, che era stato invitato dal Preside ad andarsene perché aveva portato in classe un pericoloso coltello, ed erano stati proprio loro tre a dire ai professori che l’aveva nascosto sotto il banco.

Capiscono quindi di essere stati invitati al castello con l’inganno dal vecchio compagno, che si era travestito da autista e in quel momento si trovava nel castello insieme a loro.

Passano le ore e i ragazzi, affamati, decidono di andare in cucina a prendere qualcosa da mangiare. Si chiudono dentro, improvvisamente si spegne la luce e rimangono al buio. Si sente qualcuno che apre la porta e poi un urlo. Giulio si gira e riconosce il corpo di Pietro, con un pugnale nel petto. Anche Pietro è stato ucciso dal compagno di classe.

Ora nel castello ci sono solo lui e l’assassino …

Si ricorda allora che, arrivando dalla stazione, passato il grande cancello all’ingresso, aveva sentito i cavalli nitrire. Doveva esserci una stalla lì vicino. Esce dal portone correndo e trova la stalla con dentro un cavallo già sellato. Sale sul cavallo e galoppa fino al paese senza mai fermarsi.

Arrivato nella piazza principale, sa di essere in salvo perché vede davanti a sé la stazione dei carabinieri, che lo aiuteranno a far luce sul mistero del compagno assassino.

di Attilio Vittorioso, I media A