Racconti

Un’ora negli anni ’50

Gabriele Orsi |
Interviste - Voci di Corridoio

Direttamente dalla I media A, Niccolò Ramazzotti riporta l’orologio indietro di settant’anni per farci fare un giro negli anni Cinquanta. Nonostante le curiosità e le attrattive dell’epoca, con acume e chiarezza Niccolò si focalizza sulle pesti senza tempo e senza età: i bulli!

Harold Sniffilson era stato chiamato dal Professor Asimov. Era stanco, quindi non prese la sua macchina volante, ma la metro. Arrivato al <New York laboratorio futurum>, andò nella sala 52 e trovò il professore con la sua solita tazza da caffè di cinque anni prima con scritto: <Miglior professore del 2030>. Il professore disse:

“Ciao Harold , oggi ho trovato un nuovo modo di andare a spasso nel tempo” .

“Cioè? “, chiese Harold.

“Cioè andare indietro nel tempo”.

“Ah, ok! “, rispose Harold.

“Guarda: 3066-br è pronto a darti la macchina”.

Harold mise la mano vicino al robot, 3066-br prese la macchina, che era un orologio, e la mise lentamente sul braccio.

“Wow!”, disse emozionato Harold.

“lo so…guarda quando dico tre, tu clicca il pulsantino alla destra”.

“Ok!”, disse Harold emozionato.

“1…2…3”.

E Harold, al tre,  premette subito il pulsante, ebbe un blackout e, quando riaprì gli occhi, fu abbagliato dalla luce, ma sapeva dove era, era negli anni ‘50. L’orologio diceva <un minuto>, ma grazie a un errore diventò un’ora.

“Oh, no!”, pensò Harold con lo sguardo disperato.

“Non voglio che pensino che sia intrappolato nel tempo!”.

Quindi Harold fece un respiro, sapeva che doveva aspettare un’ora, lui era un tipo molto paziente.

Da  un cartello vicino capì che era in Main Street, era un po’ assetato, quindi andò in un bar vicino: era molto colorato, con tonalità molto accese come azzurro, rosso e bianco; il barista, con la barba abbastanza folta e con un cappello che sembrava di carta, gli chiese cosa volesse e lui rispose:

“Della Pepsi classica”.

Dopo due minuti gli diede una  Pepsi di un blu molto acceso e  disse con voce tranquilla:

“Sono 2:05, signore”.

Harold gli diede 9:90 (battuta presa da “Back to the future2”).

“Un bel po’…però può andare…”, disse con faccia incredula il barista.

Dopo aver finito la sua bottiglietta, Harold vide una ragazza cadere vicino a lui: aveva i cappelli castani e ricci, con occhi azzurri.

“Oh! Scusa”, disse la ragazza con sguardo imbarazzato.

Esattamente il tizio che l’aveva spinta era una specie di bullo a capo di una banda: il comandante si chiamava Harold Fred e i suoi amici (molto antipatici) erano Johnny, Henry e Jefferson Bull.  Il bullo era pronto a fare a pugni, ma fu fermato da Harold Sniffilson e dalla ragazza, che lo  colpirono e lo fecero quasi svenire;  infine i compagni lo portarono a casa.

“Grazie mille, chi sei?”

“Harold Sniffilson e tu?”

“Anna Herald”, disse lei con sguardo felice.

Loro due erano una specie di coppia, fecero molto insieme durante quell’ora: andarono a fare una passeggiata a Bufalo, mangiarono là, andarono con i pattini al <Chicago skates>, ma Harold doveva tornare nel 2035.

“Devo andarmene via da questa città”, disse con tono tranquillo Harold.

“Perché?”.

“E una lunga storia “, rispose Harold.

“Beh, allora…addio!”.

“Addio…”

Lentamente lei si allontanò, e lui si avvicinò in un vicolo per tornare a casa, ma lei, proprio a lei, venne in mente l’idea di fare judo, per dare una bella lezione ai bulli.

di Niccolò Ramazzotti, I media A