Giuliana Iacolino, 3ª media A, vuole raccontarci della sua particolarissima esperienza sul pianeta Delù. E lo fa col piglio di una scienziata curiosa e appassionata. A metà tra il saggio e il racconto di avventura, infatti, il viaggio di Giuliana apre al lettore – e perché no, anche agli scienziati – nuovi orizzonti di ricerca e di conoscenze. E come in una puntata di un programma divulgativo, presentiamo l’argomento del giorno su cui la nostra ricercatrice vuole fare luce: gli oggetti delusori!
Da sempre mi sono chiesta dove vanno a finire tutte quelle cose che si smarriscono sulla terra.
Penso che questa non sia una domanda molto frequente tra gli adolescenti della generazione Z, ma personalmente credo che si possa considerare fondamentale per raggiungere una maggiore consapevolezza verso sé stessi e il mondo esterno.
Per poter scoprire l’insieme degli “oggetti delusori” che ci accomunano massivamente e che per svariati motivi, che vedremo successivamente, possono scollegarsi dalle nostre vite adolescenziali in modo improvviso, occorre analizzare attentamente le varie abitudini della comune vita quotidiana. Bisogna partire dalle origini, per poi scoprire i motivi per i quali questi si smarriscono sulla terra per accumularsi in un pianeta tanto scuro e lontano, dal nome “Delù”.
Il pianeta “Delù” non è mai stato scoperto scientificamente. Io l’ho identificato grazie a dei collegamenti di cultura generale legati ad una evoluzione storico-temporale.
Così il 22 gennaio ho deciso di andare personalmente a visitarlo con l’aiuto del padre di una mia cara amica, il quale fa da sempre l’astronauta, disposto ad accompagnarmi in questa nuova avventura. Lui mi chiese di procurargli tutte le coordinate indispensabili al fine di poter intraprendere questo entusiasmante viaggio, che per l’intera umanità segnerà un’imponente evoluzione, socialmente utile.
Sono arrivata lì, dopo ben dodici ore di viaggio, sono stata accolta da uno strano esserino di grandezze oggettivamente piccine, adoperato nell’organizzazione in buste gigantesche degli “oggetti delusori”.
Mi sono immediatamente rivolta a lui e gli ho detto: ”Salve, potrebbe dirmi se mi trovo sul pianeta “Delù”?”.
Lui mi ha risposto gentilmente: “Ciao! Esattamente, questo è il pianeta “Delù”. Come mai hai deciso di intraprendere questo lungo viaggio? E come hai fatto a raggiungerlo senza che nessuno abbia mai fornito le giuste coordinate?”.
Io ho risposto: “Sono riuscita a scoprirlo grazie ai libri. Lì ho trovato parte delle risposte alle mie domande. Sono qui per aprire la mente alla mia generazione, che ha perso tutti i valori umani, con la speranza di riuscire ad avere una visione completa di ciò che sta accadendo nel mondo”.
Terminata la conversazione, mi sono avventurata alla scoperta di questo stupendo pianeta.
All’ingresso vi era una puntuale descrizione degli “oggetti delusori”, dalla quale si poteva dedurre che tali oggetti non erano altro che le buone maniere, come ad esempio l’educazione, la cura verso il prossimo, i più bisognosi e tutti coloro i quali il mondo adolescenziale tratta con indifferenza, non riconoscendogli la giusta dignità. Atteggiamenti che da un bel po’ hanno abbandonato la terra per un solo motivo, cioè che ormai quasi nessuno li mette più in atto.
Ho fatto un lungo giro. Passo dopo passo sono riuscita a prendere appunti su tutto ciò che ho provato: un insieme di sentimenti contrastati, felicità e soddisfazione, ma allo stesso tempo delusione e rabbia per la situazione in cui si trova la nostra società.
Una volta tornata a casa, ho raccontato a tutti di questa incredibile esperienza, che spero porterà ad un cambiamento interiore al fine di migliorare i rapporti tra le persone e le giovani menti.
un racconto di Giuliana Iacolino, 3ª media A