Racconti

Giovanni e la morte piena di avventura

Gabriele Orsi |
Voci di Corridoio - Lettura e poesie

La vita, si sa, è ricca di avventure; eppure Gianluca Mosca, della terza media A, apre una nuova e inedita possibilità: un’avventura dopo la morte! Attraverso la rocambolesca storia di Giovanni, il nostro Gianluca racconta l’importanza dei buoni sentimenti e allo stesso tempo l’estrema facilità con cui l’essere umano tende a smarrirli.

Un giorno Giovanni, un ragazzo universitario, si svegliò come tutte le mattine al suonare della sveglia, che ormai quasi quasi si impostava da sola per quante volte lo aveva già fatto giorno dopo giorno.

Si alzò immediatamente, afferrò i vestiti, li indossò e corse alla velocità della luce in cucina per fare colazione; prese la sua tazzina preferita: era arancione con le strisce nere e con la faccia di una tigre stampata davanti; poi prese una capsula di caffè, sempre arancione, e la mise dentro la macchinetta, anch’essa arancione; successivamente poggiò la tazzina sotto il beccuccio erogatore ed azionò la macchinetta, dove però non c’era più acqua, quindi, la riempì e partì.

Insieme al caffè prese dei biscotti e poi andò a lavarsi la faccia e i denti.

Subito dopo andò a mettersi le scarpe, prese lo zaino ed uscì di casa per andare all’università.

Mentre si stava dirigendo a prendere l’autobus, una Mercedes Benz cabriolet nera, con gli specchietti ed i cerchioni in oro, che era appena stata rubata da una villa di un milionario, lo investì e morì all’impatto.

Giovanni, mentre stava salendo in Paradiso, incontrò un angelo che gli disse con una voce soave: “Ciao Giovanni” e lui rispose “Chi sei tu?”. “Sono Gino e mi ha mandato Dio per proporti una specie di contratto”.  “Di cosa tratta questo contratto?”. “Dio non ha voluto che tu morissi, ma ormai non ha più il controllo sulla terra, quindi, se tu riuscirai a recuperare la pazienza, la felicità e l’amore, Dio ti darà una seconda vita”.  “Ma come posso recuperarle se sono cose astratte?”.  “Lo capirai quando arriverai alla tua destinazione!”.  “E quale sarebbe la mia destinazione?”.  “Dovrai andare nella Galassia dei sentimenti”. “Ma come ci dovrei arrivare?”. “Vedrai caro Giovanni!” e, con lo schiocco delle dita, l’angelo lo fece teletrasportare in un posto molto molto strano.

Sotto i piedi aveva la via Lattea e davanti a lui una scala in oro raffinato che sembrava infinita.

Infine, decise di salire la scala ed arrivò dopo tanto tempo nella Galassia dei sentimenti.

Appena arrivato, vide un enorme portone in oro con decorazioni in diamanti e due guardie che assomigliavano a delle lucciole.

Nel momento in cui lui si avvicinò, le guardie, sapendo che era stato mandato da Dio (perché erano stati avvisate dall’angelo Gino), aprirono subito le porte e lui entrò.

Era tutto diviso in tanti reparti: quello dell’amore, della pazienza, della rabbia, della felicità e quello della depressione.

Gli unici reparti pieni erano quelli dell’amore, della felicità e della pazienza, proprio quelli che interessavano a Giovanni.

Erano stanze enormi con dentro milioni di scaffali pieni di capsule cilindriche di un colore tra il blu e il verde.

Giovanni ci mise sette giorni e sette notti a recuperare le capsule, nonostante l’aiuto delle guardie e di altre creature pelose che lavoravano lì.

Appena finirono il lavoro, la Terra, da color cenere, divenne blu e verde e piena di vita, mentre i reparti di rabbia e depressione iniziarono a riempirsi di capsule nere e cupe.

Successivamente, arrivò l’angelo Gino, che lo salutò e di nuovo, con lo schiocco delle dita, lo riportò nella zona dell’incidente.

Giovanni capì che il tempo in Paradiso era molto più veloce che sulla Terra.

un racconto di Gianluca Mosca, 3ª media A