Il martedì 20 ottobre 2020 è stata celebrata nel nostro Istituto del Sacro Cuore di Roma, la Festa di Mater Admirabilis, la cui devozione è condivisa da alunni ed ex alunni delle scuole del Sacro Cuore di tutto il mondo.
Una breve storia …
Dopo l’occupazione francese, il Monastero della Trinità dei Monti, eretto nel XV secolo da S. Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi, venne abbandonato e nel 1828, Papa Leone XII espresse il desiderio di offrirlo alle religiose del Sacro Cuore, congregazione fondata da Santa Maddalena Sofia Barat, nel 1800 in Francia, con la missione dell’educazione dei giovani.
La storia dell’affresco inizia nel 1844 quando una giovane francese, Pauline Perdreau, che era una delle ragazze che studiavano e risiedevano nel convento (diventerà più tardi monaca in questo Istituto), portata per la pittura, espresse alla Madre Superiore Cariolis, il desiderio, riportando proprio la sua espressione : “di far entrare la Santa Vergine” in uno dei corridoio del convento (spoglio dopo il sacco dei soldati napoleonici), dipingendo la sua immagine. Elle scelse di dipingerla in una galleria, corrispondente ad uno dei bracci del quadriportico sottostante.
Ottenuto il permesso della Superiore, la giovane lavorò per ore intere. Il giorno in cui dipinse il volto della Madonna poté lavorare 13 ore consecutive senza che l’intonaco si asciugasse e considerò questo fatto come un segno di speciale aiuto della Vergine da Lei continuamente invocata. Il 1° luglio, l’opera era compiuta ma l’affresco, dai colori troppo crudi, non piacque e fu coperto. Dopo qualche giorno, la pittura apparse trasformata, qual è attualmente.
Con il tempo, il luogo divenne una cappella, la Vergine adolescente, ivi raffigurata, fu chiamata Madonna del Giglio fino al 20 ottobre 1848, giorno in cui Papa Pio IX, visitandola, non esclamò con entusiasta: ” E’ veramente Mater admirabilis” . Fu chiamata così e da allora è testimone di tante grazie ricevute nel passato, oggi e che ancora verranno.
L’affresco
L’immagine dipinta nell’affresco rappresenta una giovanissima Maria che si trova in un atrio rinascimentale riconoscibile dalle losanghe del pavimento. Sono bellissime le sfumature dei colori pastello, tenui e delicati, e il trapasso coloristico dal rosa del vestito al bianco, all’azzurro al grigio del velo. Il tramonto del paesaggio che dà sull’esterno crea un clima di raccoglimento.
Maria è seduta su una semplice sedia in un atteggiamento contemplativo di profondo raccoglimento. esempio di calma e serenità, gli occhi abbassati, il viso sereno e tranquillo. di uno splendore discreto che le viene dalla sua interiorità, da una ricchezza donata da Dio.
Vicino a lei, c’è il giglio, simbolo della sua purezza e semplicità e il fuso con la lana, segno della sua operosità e del lavoro. C’é anche un libro aperto sul cestino del cucito, probabilmente il testo delle Sacre Scritture, che la futura mamma di Gesù medita nel suo cuore e che diviene così l’alimento spirituale della sua contemplazione.
Attiva e contemplativa insieme, Mater Admirabilis sintetizza i due aspetti della vita cristiana e diviene il modello di ogni uomo che vuole accogliere il progetto di Dio e la sua volontà.
Questi sono i tre tesori che le Suore del Sacro Cuore hanno fatto propri, trasmettendoli alle generazioni di ragazzi e ragazze che hanno frequentato questo Istituto e tutti gli altri sparsi nel mondo, dove l’immagine di Mater è stata riprodotta ed è oggetto di devozione. L’essere nella nostra vita puri, cercare l’essenziale e guardare all’invisibile. Darsi da fare, rimboccarsi le maniche per lavorare nel mondo. Studiare, conoscere, coltivare la nostra interiorità per crescere nell’amicizia con Dio, rendendo concreto il Suo amore nel mondo.