Durante a sua infanzia/adolescenza avrebbe mai pensato di potersi trovare al posto della cattedra? Assolutamente no, avrei preferito fare l’archeologa o il medico, ciò non significa che l’insegnamento sia stato un ripiego, anzi! È stata la professione a scegliermi non io a cercarla. È mai capitato che nella sala professori accadessero discussioni o litigi tra i docenti? Parlare di litigi è un’esagerazione, discussioni accese sono capitate ma le amicizie che si sono formate sono molto più solideLei che si trova da tanto tempo all’interno del Sacro Cuore. Ha notato dei grandi cambiamenti tra i ragazzi delle diverse generazioni? Gli adolescenti nel corso di questi venti anni di attività sono cambiati molto, sia dal punto di vista comportamentale che al livello di impegno. Venti anni fa ci si lamentava anche se un alunno tamburellava con le dita sul banco, i ragazzi si mostravano decisamente molto più rispettosi e intimoriti dai professori. Adesso invece, si nota una tendenza degli adolescenti a trattare i professori, ma in generale gli adulti, come loro pari. Non è mai cambiata però l’attenzione e l’accoglienza dei professori verso gli studenti nonostante da parte loro ci sia una sorta di chiusura. Che ricordi ha del liceo e cosa vorrebbe dire a noi liceali? Il liceo è stato un periodo della mia vita molto divertente che mi rimanda sempre un bel ricordo. Consiglio ai giovani di sviluppare una propria curiosità anche personale e fuori dalle mura della scuola. È importante imparare a non accontentarsi mai, ma non dei voti e delle valutazioni, ma della cultura che non è mai abbastanza. Fondamentale per accrescere la propria cultura è non vergognarsi mai di mostrare le proprie debolezze.