Economia & Politica

I primi 10 giorni di “America First”

Giulia Marino |

Sono passati dieci giorni dall’inaguration day che ha dato inizio al mandato di Donald Trump come 45^ presidente degli Stati Uniti e l’America sembra sempre piú vicina a chiudersi in se stesssa. Fin dal suo discorso di insediamento si evince come Donald Trump sia deciso a fare solo ed unicamente l’interesse dell’America senza preoccuparsi di cosa questo potrebbe costare al resto del mondo.

Trump vuole difendere i confini dell’America, in un atteggiamento di crescente chiusura. Ma l’America piegandosi su sé stessa finirá per collassare. Come ha detto Bernard Guetta in un articolo su Internazionale, “Trump si ritroverà solo alla Casa Bianca, tagliato fuori dalla sua maggioranza, criticato dai giornalisti, sfiduciato dagli alleati europei degli Stati Uniti e totalmente inascoltabile”.

I primi ordini esecutivi.

Possiamo confermare la nostra tesi guardando le sue prime decisioni. Eccone alcune.

1. Trump e l’Obamacare

Obamacare é stata un disastro”, dichiara Trump. Appena insediato Trump firma l’ordine esecutivo di ridurre i costi della riforma sanitaria voluta da Obama, l’Obamacare. Facendo intuire di voler ribaltare la politica del suo predecessore.

Tuttavia il presidente non ha ancora specificato in che modo voglia sostituire questa riforma o quali saranno i principali cambiamenti.

2. Gli accordi internazionali

Trump ha giá fatto intendere di non prediligere l’internazionalitá nella sua politica e applicando largamente il protezionismo.
Ma cosa ha fatto al riguardo?

Semplice. Ha ritirato gli USA dal TPP, l’accordo di libero scambio con 11 paesi del pacifico e dal TTIP, un accordo molto simile tra l’America e l’Unione Europea.

Inoltre ha messo in  discussione un possibile futuro per la NATO e elogia la Brexit, auspicando lo scioglimento dell‘Unione Europea.

3. English Only, thank you

Trump ha rimosso la sezione in spagnolo sul sito ufficiale della Casa Bianca. La lingua é parlata da circa 50 milioni di persone negli Stati Uniti, che corrisponde a circa il 15.7% della popolazione totale americana. Cosa intende, dunque, il neopresidente, con “tutti i cittadini americani verranno ascoltati”?

4. “Buy American, Hire American”

Promette meno tasse e burocrazia alle aziende che producono negli USA. Tra le promesse, meno regole per tutelare l’impatto ambientale. Inoltre ha intenzione di aggiungere una tariffa del 35% sui prodotti delle marche che aprono fabbriche all’estero invece che in America, ma non ha ancora ottenuto l’approvazione del Congresso, nulla é ancora deciso.

5. Dakota Access e Keystone XL

Trump ha firmato un ordine esecutivo che prevede un passo in avanti nella costruzione di questi due oleodotti, che dovrebbero passare per i territori dei Sioux, tribú native del Nord Dakota. Il progetto affidato alla Energy Transfers Partners non ha ancora i permessi finali. Trump ha dichiarato “Andremo avanti, anche se rivedremo questi due progetti”. I Sioux e gli ambientalisti non abbandonano la battaglia per fermarne la costruzione.

6. Trump pro-life

Un’altra sostanziale rivoluzione rispetto alla politica di Obama é che Trump ha deciso di non finanziare piú qualunque ONG che promuova o pratichi l’aborto in America o all’estero. Il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, ha dichiarato “É risaputo che il presidente ha posizioni pro-life (…) Il presidente vuole difendere tutti gli americani, anche quelli che non sono ancora nati e penso che la reintroduzione di questa norma (la mexico city policy) non sia soltanto un modo per riflettere questo valore, ma anche per rispettare i contribuenti.”

7. Blocco all’immigrazione

Il neo presidente ha, inoltre, sospeso per 90 giorni l’ingresso dei cittadini da 7 paesi mussulmani: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan e Yemen e fino a ulteriore comunicazione quello dei rifugiati.
Sin da poche ore dopo la sua applicazione, si é scatenata l’indignazione generale, in America e nel mondo, e numerose proteste si sono scatenate contro questo ordine esecutivo, definito dal New York Times “non-americano”.

Numerose associazioni per i diritti civili si sono mobilitate per difendere la cause di queste persone. Molti credono che l’ordine che Trump definisce “Protezione della nazione dall’ingresso di terroristi stranieri negli Stati Uniti” sia incostituzionale.
Un giudice ha emanato un ordinanza che vieta di rimandare gli immigrati nei paesi di origine, tuttavia quest’ultima non esplicita che debbano essere ammessi nel paese creando confusione sul da farsi.

Anche Angela Merkel e Theresa May si schierano contro il blocco all’immigrazione di Trump, la prima crede che “la lotta al terrorismo non giustifichi discriminazioni” e la seconda ha dichiarato di “non essere d’accordo con questo tipo di approccio“.
In America e nel mondo si spera in una revisione di questo ordine.

8. Il muro alla frontiera con il Messico

Un’altro ordine esecutivo destina fondi federali alla costruzione di un muro con il Messico. Le intenzioni del presidente sarebbero quelle di impedire, o quantomeno limitare, l’immigrazione clandestina dal Messico.

Trump aveva anche organizzato una visita ufficiale da parte del presidente del Messico, Peña Nieto, negli USA, poi successivamente gli ha notificato che sarebbe stato inutile presentarsi a meno che non avesse intenzione di pagare per il muro. Conseguentemente, Peña Nieto ha annullato l’incontro rifiutandosi di pagare per il muro.

Questo muro, dunque, rischia di non essere solo un muro fisico, ma anche una barriera politica e sociale e rischia di generare una crisi diplomatica con il Messico e in un mondo sempre piú interconnesso costruire muri e abbattere ponti é indice di regressione e non del grande sviluppo che Trump predica.

Un altra volta leader politici del mondo si schierano contro le politiche di Trump, questa é la volta di Michael Mueller, sindaco di Berlino, che ha dichiarato “Noi berlinesi sappiamo meglio di tutti quanta sofferenza ha causato la divisione di un continente, cementata da filo spinato a cemento”, poi citando il famoso appello ‘Abbatta questo muro!‘ che Ronald Regan fece a Gorbaciov ha detto “Non costruisca questo muro“, anche il presidente dell’Iran, Hassan Rohani, ha ribadito questo concetto dicendo “A quanto pare é stata dimenticata la caduta, anni fa, del muro di Berlino“.

9. Trump e la tortura

Trump inoltre ha dichiarato di credere nella tortura e nel waterboarding e di essere disponibile a reintrodurre questi metodi, vietati da Obama nel 2009.

Il Washington Post ha poi diffuso un documento sulla riapertura dei black sites, strutture di detenzione che utilizzano metodi di interrogatorio ritenuti illegali dalle leggi internazionali e dalle Convenzioni di Ginevra. Sean Spicer ha peró dichiarato che non si tratta di un documento proveniente dalla Casa Bianca.

Tuttavia questo ha suscitato la reazione di Theresa May, che ha minacciato l‘interruzione dei rapporti con il Regno Unito. A reagire anche  varie associazioni umanitarie. Trump ha infine dichiarato che lascerá il potere nelle mani del segretario della Difesa, che sembra essere contro questi metodi.

 

Tutti questi ordini sembrano segnare, non solo un ribaltamento totale della politica che ha segnato gli Stati Uniti negli otto anni dei due mandati di Obama, ma anche una diffusa disapprovazione da parte degli altri governi, oltre che la suddetta chiusura di Trump nei loro confronti.

La Women’s March a Washington

I leader politici non sembrano essere gli unici a disapprovare l’atteggiamento di Trump. Infatti il giorno successivo  all’Inauguration Day migliaia di persone sono scese in piazza con in testa un berretto rosa con le orecchie da gatto, il pussyhat. Questo é poi diventato il simbolo del “potere rosa” contro il sessismo di Trump. Il numero piú grande di persone é stato raggiunto a Washington. Tuttavia migliaia di persone sono scese in piazza in numerosissime cittá tra cui Londra, Parigi, Roma, Buenos Aires, Paradise Bay, Montreal, Vienna e molte altre.

Si stima che in tutto il mondo ci sono state circa 673 di cui 168 erano in 81 paesi fuori dagli Stati Uniti.

Sul sito ufficiale dell’iniziativa adesso compare una nuova campagna denominata “10 actions in 100 days” che consiste in azioni ogni dieci giorni per far sentire la loro voce.

 

Apocalypse Trump

Non solo Trump ha guadagnato un gran numero di  disapprovazioni in tutto il mondo, ma secondo gli studiosi del Bulletin of the atomic scientists,  con l’elezione di Trump la fine del mondo é piú vicina. Infatti, l’Orologio dell’Apocalisse é stato spostato di in avanti di 30 secondi. In questo momento ha solo 30 secondi di distanza dal minimo mai raggiunto. Infatti secondo gli scienziati l’elezione di Trump ha determinato un notevole aumento del nazionalismo a livello mondiale.

Informazioni dettagliate sull’argomento vengono date anche dal Fatto Quotidiano. Nell’articolo, tuttavia, vengono citate anche alcune altre cause sebbene l’elezione del 45^ presidente americano sia la principale.

Cosa aspettarci, dunque, da questi quattro anni di Apocalypse Trump?